Dal 2025 il MEF avvia un nuovo sistema di controlli sulla qualità dell’attività dei revisori legali, anche per incarichi svolti in realtà minori. Un progetto strutturato che coinvolge ispettori specializzati, criteri selettivi e nuove modalità operative. Una svolta che ridefinisce regole, responsabilità e standard della professione.
Controlli di qualità MEF al via per i revisori legali dal 2025
Ai sensi dell’articolo 20 del D.lgs. n. 39/2010, i Revisori e le società di revisione titolari di incarichi di revisione legale dei conti, inclusi i componenti dei collegi sindacali, sono soggetti al controllo della qualità.
Al Ministero dell’economia e delle finanze è pertanto affidato il controllo sulle persone fisiche e giuridiche che svolgono esclusivamente la revisione su enti non qualificabili come Enti di Interesse Pubblico (EIP) o come Enti sottoposti a Regime Intermedio (ESRI), assoggettati al controllo della CONSOB.
Composizione del registro dei revisori
Il 2025 vedrà l’avvio dei controlli di qualità obbligatori da parte del MEF sui revisori che svolgono incarichi in società non qualificate come enti di interesse pubblico (EIP) o enti soggetti a regime intermedio (ESRI).
La necessità dei controlli deriva dal fatto che l’Italia, rispetto agli altri contesti europei presenta un numero alto di revisori per incarichi molto ridotti.
Ricordiamo che ai sensi dell’art. 8 del D.lgs. 39/2010 sono collocati nella Sezione A del Registro tutti coloro che svolgono attività di revisione legale o che collaborano a un’attività di revisione legale in una società di revisione, o hanno svolto le predette attività nei tre anni precedenti. Coloro che non sono in possesso di tale requisito sono collocati nella Sezione B.
Dal rapporto del Mef “Analisi della composizione degli iscritti, relativo all’anno 2023” risultano, 119.270 iscritti nel Registro, di cui:
- 39.535 nella sezione “A” (revisori che abbiano almeno un incarico nell’ultimo triennio);
- 79.735 nella sezione “B” (revisori senza incarichi nell’ultimo triennio).
È interessante notare che dei 39.535 iscritti nella sezione “A”, solo 25.081 sono, alla data dell’indagine, titolari di incar