Con l’arrivo della stagione estiva torna d’attualità il lavoro a chiamata, una formula flessibile che consente alle aziende di attivare rapporti solo nei periodi di effettivo bisogno. Ma dietro la semplicità apparente si nascondono regole stringenti: obblighi contributivi, limiti normativi e nuove istruzioni INPS anche per i mesi senza prestazioni. Ecco tutti i dettagli.
Lavoro a chiamata: nuove istruzioni INPS sull’obbligo di invio UniEmens
Il contratto di lavoro intermittente disciplinato dal Decreto Legislativo 15 giugno 2015 n. 81 risponde al bisogno delle aziende di dover gestire e retribuire i dipendenti esclusivamente per i periodi in cui gli stessi si rendono disponibili a rispondere alla chiamata del datore di lavoro.
A differenza infatti del part-time, nel lavoro intermittente (detto anche job on call) il dipendente è titolare dei diritti normalmente riconosciuti ai lavoratori subordinati per le sole ore – giorni di effettivo impiego.
Al contrario, non è prevista alcuna tutela economico – normativa nei momenti in cui rimane a disposizione del datore di lavoro.
Considerata la particolarità del job on call l’INPS ha fornito con Messaggio del 18 aprile 2025 una serie di indicazioni sull’obbligo in capo all’azienda di trasmettere il flusso telematico UniEmens.
Analizziamo le novità in dettaglio.
Due tipi di contratto a chiamata
Il contratto intermittente può trovare due differenti configurazioni: