Nell’era digitale anche il patrimonio si smaterializza: file, account, criptovalute e dati online pongono nuove sfide al mondo del diritto. Cosa accade a questi beni dopo la morte? Tra limiti, distinzioni e incertezze, si delinea una nuova frontiera per la successione. Un viaggio tra bit e regole ancora in costruzione.
Eredità digitale e nuovi beni immateriali: l’evoluzione del concetto di bene nella società dell’informazione
Lo sviluppo tecnologico, lo sperimentiamo tutti i giorni, ha inciso profondamente sulle relazioni sociali, i sociologi parlano infatti di “infosfera” o “ciberspazio”, per definire l’ambiente globale costituito da dati e informazioni, conoscenze e comunicazioni.
Per gli economisti questi dati assumono importanza preponderante rispetto a quella tradizionalmente attribuita al capitale ed al lavoro, propri della società industriale, si parla infatti di “epoca digitale” e “società dell’informazione”.
Anche a livello politico, alla tradizionale tripartizione dei poteri risalente a Montesquieu, legislativo, esecutivo e giudiziario, nel secolo scorso si erano affiancati la stampa (Il “quarto potere” del celebre film di Orson Welles negli anni 40) e la televisione (il “quinto potere” oggetto dell’omonimo film di Sidney Lumet degli anni 70), ma agli albori del nuovo secolo il “Big Data”, la gestione di un gigantesco flusso di dati informatici, costituisce indubbiamente il nuovo polo di attrazione del potere, il Sesto, iconicamente rappresentato dagli oligarchi Mask, Bezos e Zuckerberg.
Questa trasformazione investe naturalmente anche il diritto, il mondo delle regole, delle norme giuridiche, che, come spesso accade, rincorrono le novità ed il mutamento dei c