Nel contratto di lavoro subordinato, l’azienda corrisponde una retribuzione minima ma può anche riconoscere importi accessori, come l’indennità di funzione, legata a specifiche mansioni. Questa indennità può essere revocata se vengono meno le condizioni di lavoro che la giustificano. Rinunce e transazioni su importi aggiuntivi sono valide solo per accordi individuali, mentre i diritti inderogabili fissati dai contratti collettivi richiedono sede protetta per eventuali rinunce. Scopriamo come gestire al meglio gli elementi della retribuzione, in particolare come può essere erogata al dipendente l’indennità di funzione, come può essere ridotta o eliminata dalla retribuzione.
Nel contratto di lavoro subordinato l’azienda si impegna a corrispondere la retribuzione a fronte della prestazione lavorativa manuale e / o intellettuale assicurata dal dipendente.
Nel calcolare il compenso spettante al lavoratore l’azienda, fermo restando il rispetto dei minimi retributivi previsti dalla contrattazione collettiva, può riconoscere una serie di elementi accessori, definiti in sede di contratto individuale di lavoro o per effetto di intese successivamente intercorse.
Gli importi aggiuntivi, a differenza dei minimi retributivi, vengono riconosciuti (di norma) per scelta insindacabile del datore di lavoro, in base a quelle che sono le sue decisioni e valutazioni riguardanti l’attività economico-produttiva. Fanno eccezione le somme accessorie imposte dalla contrattazione collettiva.
Tra le somme aggiuntive figurano, tra le altre, le indennità di funzione. Analizziamo in dettaglio cosa sono e in quali casi l’azienda può toglierle.
Gli elementi di base della retribuzione
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