Per una corretta gestione delle aliquote IVA su alimenti e bevande, è fondamentale distinguere tra somministrazione e cessione. Nel settore della ristorazione, le normative e le sentenze recenti stabiliscono che i piatti pronti destinati al consumo immediato, per asporto o consegna, sono soggetti all’aliquota ridotta del 10%, mentre le bevande rimangono escluse, con l’applicazione delle aliquote ordinarie. Vediamo come applicare correttamente queste regole.
Facciamo un breve intervento per fare il punto della situazione delle aliquote IVA applicabili nel settore della ristorazione, tenendo conto degli ultimi interventi normativi, giurisprudenziali e di prassi.
Dato normativo: IVA su alimenti e bevande
Applicazione dell’IVA al 10% per piatti pronti
L’articolo 1, comma 40, legge 178/2020 ha previsto l’assoggettamento ad aliquota IVA del 10 per cento delle cessioni di piatti pronti e di pasti che siano stati cotti, arrostiti, fritti o altrimenti preparati in vista del loro consumo immediato, della loro consegna a domicilio o dell’asporto.
Il perimetro della norma è rappresentato:
- dai soli piatti pronti;
- da quelli preparati al momento per essere immediatamente consumati;
- per essere consegnati a domicilio;
- per essere acquistati e portati via (asporto).
Sono escluse le bevande: ad esse dovranno essere applicate le aliquote ordinarie, e lo stesso vale per tutte le altre tipologie di beni che