Quali sono i tempi medi di pagamento da parte delle aziende?

Quali sono i tempi medi di pagamento nel mondo imprenditoriale? Nel 2023 i dati segnalano un rallentamento… come sarebbe possibile accorciare tali termini? Ecco le prospettive a livello internazionale…

Quali sono i tempi medi di incasso di un credito (Days Sales Outstanding, DSO)? E come influiscono sul fabbisogno di circolante a livello globale (Working Capital Requirement, WCR)?

A fare il punto della situazione su questo argomento ci ha pensato Allianz Trade – uno dei principali assicuratori di crediti commerciali a livello mondiale – che ha puntato la propria lente d’ingrandimento sull’evoluzione delle condizioni di pagamento e delle esigenze di finanziamento nel corso 2023. Il focus è stato effettuato a livello globale, regionale e settoriale.

Ma entriamo nel dettaglio e scopriamo cosa è emerso dall’analisi appena effettuata.

 

I tempi medi di pagamento: i dati ad oggi

Il WCR cresce a livello globale per il terzo anno consecutivo

tempi pagamento aziendePer il terzo anno consecutivo, nel 2023, è aumentato il WCR, ossia il fabbisogno di circolante a livello globale. Sono stati raggiunti 76 giorni di fatturato, aumentati di due rispetto al 2022. A spingere è stata la crescita economica debole e i maggiori costi operativi e di finanziamento.

“La metà dei Paesi presi in considerazione del nostro studio ha registrato nel 2023 un aumento del WCR e due Paesi su cinque hanno superato la media globale, in particolare, per quanto riguarda l’Europa occidentale, la Francia (+5) e la Germania (+5), mentre, per l’APAC, la Cina (+3) e il Giappone (+3) – spiega Maxime Lemerle, Capo Analista Insovency Research di Allianz Trade -.

Alla fine del 2023, il WCR era di 81 giorni nell’APAC (+2), 69 giorni in Europa occidentale (+1) e 70 giorni nel Nord America (+1). Inoltre, nel quarto trimestre, il 34% delle imprese ha registrato un WCR superiore a 90 giorni di fatturato, rispetto al 32% e al 36% rispettivamente del quarto trimestre 2021 e del quarto trimestre 2022”.

 

A preoccupare di più sono i tempi di pagamento globali

I tempi medi di pagamento costituiscono uno dei fattori chiave per comprendere la crescita del WCR. Nel 2023 l’aumento è stato pari a tre giorni, raggiungendo quota 59 giorni.

Siamo davanti ad uno degli aumenti più consistenti che sono stati registrati dal 2008 e che costituisce sostanzialmente un raddoppio rispetto al 2022.

Questa situazione si traduce in tempi più lunghi per i pagamenti, con i relativi rischi di liquidità. Complessivamente, a livello globale, nel corso del 2023 almeno il 42% delle imprese ha dovuto attendere più di 60 giorni di fatturato per vedersi arrivare un pagamento.

“In Europa questo valore è in linea con la media globale, mentre è superiore in Asia e inferiore in Nord America – spiega Maxime Lemerle.

Tuttavia, nel 2023 quasi tutti i 22 settori da noi monitorati hanno registrato un aumento del DSO.

La carenza di scorte ha peggiorato il DSO anche nel settore trasporti (114 giorni), in quello dell’elettronica (114) e della meccanica (113), seguiti dal settore tessile, farmaceutico, dei metalli e dei prodotti chimici, tutti con un DSO superiore a 90 giorni”.

 

La redditività è il motivo che ritarda i pagamenti

A condizionare i tempi di pagamento in Europa è principalmente la redditività. Questo parametro risulta essere più influente dei finanziamenti o del ciclo economico.

Sostanzialmente il rallentamento della domanda globale – che è stata registrata nel corso del 2024, a cui si uniscono dei costi operativi sostanzialmente ancora elevati – costituiscono una delle basi che potrebbero portare ad un ulteriore deterioramento dei tempi di pagamento in Europa.

“Riteniamo che un calo di redditività di -1pp possa far crescere i tempi di pagamento di oltre +7 giorni – ha affermato Ano Kuhanathan, Responsabile di Corporate Research di Allianz -.

Tenendo conto della stretta sulla redditività che si profila nel 2024, le imprese europee devono prepararsi ad aspettare di più per ricevere i pagamenti, con maggiore pressione sui flussi di cassa e un potenziale aumento di rischio delle insolvenze”.

 

La regolamentazione dei pagamenti

A questo punto diventa fondamentale affrontare il problema dei pagamenti, in modo da riuscire a garantire la resilienza delle imprese. Attualmente in Europa sono in corso delle discussioni per un potenziale regolamento dell’Unione europea, attraverso il quale disciplinare i ritardi di pagamento.

Stando alle prime ipotesi si avrebbe l’intenzione di scendere dagli attuali 60 giorni consigliati a 30 giorni vincolanti, con una proroga fino a 60 giorni se previsto contrattualmente o a 120 giorni per beni specifici.

Questa è una soluzione più flessibile rispetto a quella che era circolata in un primo momento. La sua introduzione comporterebbe una minore flessibilità aziendale rispetto alle condizioni che vengono applicate in questo momento.

Il problema, però, è che potrebbe far aumentare il deficit di finanziamento per oltre il 40% delle imprese europee, che già nel corso del quarto trimestre del 2023 avevano tempi di pagamento superiori ai 60 giorni.

Per ridurre a 30 giorni i tempi di pagamento, le imprese europee avrebbero bisogno di 2 miliardi di euro di finanziamenti aggiuntivi ma, ai tassi attuali, questo determinerebbe l’aumento degli interessi a carico delle aziende di 100 miliardi di euro, l’equivalente di una perdita di margini di -2 pp – ha spiegato Ana Boata, Responsabile di Macroeconomic Research di Allianz Trade -.

Inoltre, termini di pagamento troppo rigidi potrebbero mettere a rischio la competitività delle PMI europee, spingendo le società a rivolgersi a fornitori esterni all’UE. In questo contesto, i politici devono tenere conto dei potenziali effetti negativi”.

 

Pierpaolo Molinengo

Venerdì 12 Aprile 2024

 

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