è possbile un contenzioso col fisco per pretendere un risarcimento per comportamento scorretto, cioè contro una pretesa fiscale palesemente illegittima? Analisi della responsabilità professionale, della responsabilità aquiliana e dei problemi di competenza giurisdizionale. Il caso potrebbe essere quello di una cartella di pagamento palesemente illegittima (o emessa per un tributo già corrisposto), che ha comportato, per esempio, l’emissione del c.d. fermo amministrativo del veicolo e la successiva impossibilità di utilizzazione del mezzo
La Corte di Cassazione, con l’Ordinanza n. 23367 del 16.11.2016, ha chiarito alcuni rilevanti aspetti in tema di possibilità di richiesta di risarcimento danni a carico dell’Amministrazione Finanziaria.
Nel caso di specie il contribuente, previa richiesta di declaratoria di illegittimità della iscrizione ipotecaria in quanto insussistenti il ruolo e il credito tributario e per non essere state osservate le formalità di cui al d.p.r. n. 602/73, chiedeva al Tribunale di Bari che l’agente della riscossione fosse condannato risarcimento del danno patrimoniale, nonché al risarcimento dei danni ai sensi dell’art. 96 c.p.c., per avere agito senza la normale prudenza.
L’adito Tribunale di Bari, dato atto della avvenuta cancellazione dell’ipoteca, dichiarò cessata la materia del contendere in ordine alla domanda principale e rigettò la domanda di risarcimento danni.
La decisione di primo grado venne poi integralmente confermata dalla Corte di appello di Bari, che rigettava il gravame proposto dal contribuente.
Avverso tale sentenza il contribuente ricorreva infine davanti alla Corte di Cassazione, denunciando, tra le altre, violazione e falsa applicazione degli artt. 2043 c.c. e 97 Cost., nonché della legge n. 212 del 2002.
Il ricorrente lamentava in particolare che la sentenza impugnata, nonostante che nel corso dell’intero giudizio fossero state allegate le ragioni di illegittimità della condotta della convenuta, aveva affermato come «non p