Si può ridurre legalmente la tassazione su conti correnti e conti deposito?

cerchiamo di capire se esistano effettivamente misure che permettano di evitare il pagamento dell’imposta di bollo sui conti correnti bancari, spesa che riduce la già scarsa redditività degli investimenti finanziari

tassazione-contoL’imposta di bollo sul conto corrente nel 2017 può essere evitata legalmente, ma soltanto se si opta per un istituto bancario che offre al cliente la condizione legata alla gestione di questa spesa da parte della banca stessa, come ricorda il portale finanziario www.affarimiei.biz.

Si tratta, come è noto, di una spesa conosciuta da tutti i correntisti e dai possessori di un libretto postale, una cifra che consiste in una somma fissa da pagarsi nel corso dell’anno, entro il 31 dicembre, tramite un pagamento che avviene in automatico.

Il bollo ammonta a 34,20 euro in misura fissa, mentre i titolari dei conti di deposito devono pagare il 2 per mille (0,2%) della somma che hanno investito, oltre alla tassazione prevista sulle rendite finanziarie degli interessi dei conti deposito stessi.

Se vi sono degli interessi maturati, l’ordinamento italiano non effettua distinzioni tra conto corrente e conto deposito, poiché a creare la base imponibile è la presenza degli interessi stessi: dunque l’imposta sugli interessi dei conti deposito e dei conti correnti è pari al 26%.

Gli scarsi rendimenti attuali sui conti deposito rendono la tassazione particolarmente pesante, rendendo più appetibili strumenti come i titoli di stato.

Nel 2017 i conti correnti, invece, rimangono soggetti esclusivamente all’imposta di 34,20 euro all’anno perché, generalmente, non corrispondono interessi. Va ricordata, poi, l’esistenza della no tax area soltanto per quei conti con giacenze superiori a 5.000 euro durante l’arco di tutto l’anno. I dati cambiano qualora il conto fosse intestato ad una persona giuridica: in questo caso specifico l’imposta è di 100 euro annui.

Per quanto riguarda la tassazione dei buoni fruttiferi postali, attualmente l’imposta di bollo è fissata al 2 per mille, anche in questo caso per i fondi la cui giacenza è superiore ai 5 mila euro complessivi. Tuttavia questo strumento gode del vantaggio degli interessi, pari al 12,50% degli interessi contro il 26% dei conti deposito. Infine il libretto postale è tassato al 20%.

Ma è possibile evitare di pagare l’imposta di bollo?

L’imposta di bollo va pagata e non ci sono scorciatoie: quelle che ci arrivano alle orecchie ogni giorno sono in realtà offerte e promozioni elaborate dalle banche, che permettono di evitare questa spesa, la quale però non è abolita, ma pagata dall’istituto di credito.

Per questo possiamo dire che non esistono ad oggi casi in cui tale tassa non va pagata, a meno che non si tratti di conti la cui giacenza sia inferiore ai 5.000 euro: questa è l’unica situazione in cui la tassazione viene evitata.

Ad oggi, le offerte che permettono al cliente di evitare di sostenere in prima persona questa spesa sono quelle offerte dalle carte conto, evoluzione delle carte prepagate con codice IBAN e spese di gestione estremamente basse.

Altre soluzioni, invece, sono quelle reclamizzate direttamente dalle banche che si accollano l’imposta di bollo al posto del cliente. L’imposta, dunque, è sempre dovuta solo che la banca, come bonus, si accolla il pagamento. Un esempio, in questo ambito, è rappresentato dalle recenti promozioni di CheBanca!, realtà online del gruppo Mediobanca.

Dunque evitare di pagare l’imposta di bollo nel 2017 è impossibile dal punto di vista giuridico ma fattibile in alcuni casi approfittando delle promozioni momentanee: “In un momento particolarmente deludente da un punto di vista degli interessi – sottolineano gli esperti di Affarimiei.biz – il consumatore è costretto a cercare le offerte che vanno in questo senso per ridurre, vuoi simbolicamente, vuoi sostanzialmente, il carico fiscale sulla gestione del proprio denaro”.

1 giugno 2017