Il nuovo report “Future Ready Accountant 2025” di Wolters Kluwer Tax & Accounting delinea la professione di commercialista in Italia ed il suo futuro un po’ in chiaroscuro.
Wolters Kluwer Tax & Accounting ha pubblicato la seconda edizione del report globale Future Ready Accountant, che fotografa lo stato della professione contabile e fiscale a livello mondiale, con un focus dedicato all’Italia. I risultati mostrano un settore solido, fortemente orientato al rapporto con i clienti, ma ancora prudente negli investimenti in tecnologia e innovazione.
Cloud e Intelligenza Artificiale: Italia in crescita ma con ampi margini di miglioramento
I commercialisti italiani si posizionano al terzo posto in Europa per l’adozione totale del cloud: il 34% degli Studi opera già in modalità completamente cloud. Tuttavia, considerando anche l’adozione ibrida, il nostro Paese scivola al settimo posto, segno di un potenziale di crescita ancora elevato.
Le principali motivazioni che spingono all’uso del cloud sono la sicurezza dei dati (41%), la semplicità di implementazione (33%) e l’efficienza dei costi (32%), mentre la principale barriera resta la paura di interruzioni operative durante la migrazione (38%).
L’uso quotidiano dell’intelligenza artificiale riguarda il 28% degli Studi italiani, contro una media europea del 33%. Il 61% prevede comunque di investire in IA nei prossimi tre anni, soprattutto per aumentare il livello di automazione, migliorare la ricerca normativa e potenziare l’analisi dei dati.
Fiducia delle PMI e ruolo consulenziale in crescita
Il rapporto evidenzia che il 69% delle PMI italiane affida la propria contabilità a Studi professionali, confermando l’elevata fiducia nei confronti della categoria. I commercialisti italiani stanno ampliando l’offerta di servizi a valore aggiunto – dalla pianificazione fiscale alla consulenza strategica – ma solo il 57% supporta i clienti nella scelta delle soluzioni tecnologiche, il dato più basso d’Europa.
Un segnale positivo arriva però dalla comunicazione digitale: il 49% degli Studi italiani prevede di rafforzare le modalità digitali di interazione con i clienti nei prossimi anni, superando la media europea del 47%.
Performance economica e investimenti ancora limitati
Sul piano economico, solo il 66% degli Studi italiani ha registrato una crescita dei ricavi negli ultimi tre anni, contro l’80% della media europea. La propensione agli investimenti resta contenuta: solo un quarto degli studi considera la tecnologia una priorità per il 2026, e appena il 29% prevede nuove strategie di marketing.
Anche le operazioni di M&A (14%) e il ricorso al private equity (16%) risultano i più bassi d’Europa.
Formazione e gestione dei talenti: il vero nodo da sciogliere
Solo il 26% degli Studi italiani ha introdotto modelli di lavoro ibrido negli ultimi tre anni – una delle percentuali più basse d’Europa – e gli investimenti in formazione e competenze digitali restano inferiori rispetto a Paesi come Belgio (67%) e Paesi Bassi (59%).
Pur riconoscendo nel 81% dei casi che l’evoluzione normativa sarà un fattore critico per l’operatività futura, molti Studi non hanno ancora adottato strategie strutturate di sviluppo del capitale umano, rischiando di frenare la crescita in un contesto sempre più complesso.
Un settore in transizione
In sintesi, il Future Ready Accountant 2025 descrive un settore italiano in piena fase di transizione. I commercialisti italiani mantengono un ruolo centrale per la competitività delle PMI, ma devono accelerare la trasformazione digitale, investire nella formazione e rafforzare le strategie di relazione con i clienti per restare al passo con le sfide tecnologiche e regolamentari dei prossimi anni.
Mercoledì 22 Ottobre 2025
WKI