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Pubblichiamo un'interessante sentenza della C.T.P. di Caltanissetta che illustra in modo esaustivo come il Fisco deve motivare adeguatamente un accertamento basato sugli studi di settore (sentenza segnalata da Marco Nastasi)
Non sono applicabili gli studi di settore in un'annualità in cui l’azienda è in fase di riorganizzazione, come si evince dalle liti fra i soci e dai licenziamenti effettuati
Il Fisco per procedere validamente ad accertamento basato su studi di settore deve provare la validità dei calcoli da cui deriva lo scostamento fra i ricavi dichiarati e quelli presunti (C.T.P. di Agrigento - segnalato da Marco Valerio Quarto Nastasi)
Il risultato matematico del calcolo degli studi di settore non ha da solo valore tale da giustificare un avviso di accertamento di fronte alle fondate contestazioni del contribuente (C.T.R. di Roma)
Due recenti ed interessanti sentenze della C.T.R. Siciliana illustrano che il professionista nei primi anni di attività gode di un'esimente rispetto ai dati standardizzati che possono nascere dagli studi di settore
In caso di accertamento induttivo basato sugli studi di settore, incombe sul contribuente l’onere di muovere rilievi specifici ai coefficienti parametrici applicati e di dimostrare la sussistenza delle condizioni che giustifichino l’esclusione dell’impresa dagli standard applicati in fase di verifica
La Cassazione ammette che sono applicabili in fase di accertamento i "parametri" se per più anni il contribuente dichiara redditi troppo bassi per essere credibili
Quando il Fisco utilizza i dati contabili del contribuente per imbastire un accertamento, allora i dati riferibili allo studio di settore sono applicabili al contribuente accertato (C.T.P. di Latina)
L'accertamento standardizzato va tarato sul singolo contribuente: è difficile far rientrare in tali standard i consulenti che operano di fatto in modo saltuario e occasionale
Quando il Fisco denota incongruenze da studi di settore ed il reddito dichiarato dall'imprenditore individuale è pari a zero, allora le presunzioni del Fisco si sommano (C.T.P. di Rieti)
Se gli studi di settore non tengono conto della reale situazione in cui ha operato il contribuente, allora non possono essere utilizzati come unico strumento di accertamento (C.T.P. di Viterbo)
Una recente sentenza di Cassazione afferma che per una miglior capacità di elaborazione il Fisco dovrebbe sempre utilizzare lo strumento più evoluto per un accertamento da studi di settore
Non basta il mero scostamento dai calcoli dei parametri dello studio di settore per inficiare la contabilità regolarmente tenuta dal contribuente (C.T.R. di Torino - sentenza segnalata da Antonino Pernice)
I giudici della C.T.R. di Roma valutano un caso in cui un albergo viene sottoposto ad accertamento basato sugli studi di settore
Pubblichiamo il testo integrale della recente sentenza di Cassazione che illustra quali prove deve portare il Fisco a supporto di un accertamento basato sugli studi di settore
In contraddittorio il contribuente può fornire le prove che i dati dello studio di settore non sono validi per la sua situazione particolare (C.T.P. di Novara - sentenza segnalata da Antonino Pernice)
è l’ufficio a dovere provare la ricorrenza di circostanze gravi, precise e concordanti e l’applicazione di tale regola non determina un’inversione dell’onere della prova con la finalità di imputare al contribuente l’onere di dimostrare la divergenza trai dati indicati e quelli medi: l’ufficio deve produrre ulteriore documentazione ai fini della giustificazione della pretesa fiscale
Le utilissime e pratiche risposte ai quesiti del dott. Antonio Gigliotti per affrontare i più svariati casi della vita professionale
Basta anche uno scostamento minimo dagli standard dello studio di settore per rendere il contribuente soggetto a procedure di accertamento induttive
Se il Fisco non utilizza i dati del contraddittorio ma applica semplicemente le risulatanze degli studi di settore, allora l'accertamento è destinato a decadere... (C.T.R. di Roma)
Separazione dalla moglie e conseguente sindrome ansioso-depressiva, comprovata da certificazione medica: la Corte di Cassazione ha esonerato dagli strumenti presuntivi il contribuente con problemi personali; illustriamo come il contribuente deve motivare il fatto che le proprie problematiche personali modificano le risultanze degli studi di settore
Quando il Fisco motiva l'accertamento basato sugli studi di settore in base ai dati in proprio possesso, l'onere probatorio di smontare l'accertamento ricade sul contribuente (C.T.R. di Roma)
Queste ed altre interessanti massime dai casi risolti nelle aule della C.T.R. di Roma
Ecco quali sono gli studi di settore per cui valgono le misure premiali introdotte dal Decreto Salva Italia! Ricordiamo che fra le tante esclusioni, vi è anche quella dei soci delle società in trasparenza...
L’Agenzia delle Entrate ha chiarito che le nuove regole dell’accertamento induttivo puro si applicano ordinariamente già con riferimento all’annualità 2010: ne deriva la necessità di rivedere i comportamenti dichiarativi in materia di studi di settore adottati in UNICO 2011, e valutare il ricorso a correzioni sfruttando eventualmente l’istituto del ravvedimento
Il Fisco ricostruisce il reddito della cooperativa edilizia basandosi sui dati rilevanti degli studi di settore: acquisto materie prime ed utilizzo manodopera (C.T.R. di Roma)
La recente circolare dell'Agenzia chiarisce, in merito all'applicazione degli studi di settore, come va gestita la fase del contraddittorio da parte degli uffici
Un riassunto di tutti i chiarimenti offerti dall'Agenzia delle Entrate per il corretto utilizzo degli studi di settore ai fini del calcolo dei redditi 2011
Con provvedimento del 12 luglio, l'Agenzia delle Entrate ha indentificato i (soli!) 55 studi di settore che godono delle nuove norme premiali in fase di accertamento
Un riassunto di tutte le penalizzazioni per i contribuenti che non ottemperano alla disciplina relativa agli studi di settore e di tutte le agevolazioni per i contribuenti che, invece, sono realmente congrui