Con l’ordinanza n. 27545 depositata il 19 dicembre 2011, la Cassazione torna indietro sul redditometro, affermando che lo strumento si fonda su una presunzione legale relativa. Questa vecchia affermazione è stata mantenuta fino all’ottobre 2010 quando, con l’ordinanza n. 21661, la Corte sembrava avere in parte mutato indirizzo, affiancando l'accertamento da redditometro a quello basato sugli studi di settore, che si fondano su una presunzione semplice e necessitano della necessaria personalizzazione, attraverso il contraddittorio. Restando fermo che gli studi individuano i ricavi presunti e il redditometro individua il reddito complessivo presunto, il passo indietro costringe il contribuente a dare prova della provenienza reddituale o meno delle somme necessarie per mantenere i beni individuati dal redditometro. Si dovrà ora attendere il giudizio delle Sezioni Unite per sapere se quest’ultima ordinanza sarà quella “definitiva”.