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Domanda relativa al reddito da lavoro autonomo (professionista)
La mia cliente, ostetrica, può fatturare le sue prestazioni direttamente al neonato, già provvisto di codice fiscale?
Risposta:
No. La fattura deve essere emessa nei confronti del committente la prestazione.
Nel caso specifico il committente non può che essere il genitore che ha richiesto la prestazione, non potendosi certo supporre che sia il neonato ad aver stipulato il contratto d’opera professionale, in quanto privo non solo della capacità di agire, ma anche di quella di intendere e di volere.
La fatturazione deve sempre seguire le regole dell’art. 21 D.P.R. 633/1972 ed indicare, secondo il comma 2, lettere c) ed e), le parti che hanno stipulato il contratto che integra il presupposto oggettivo di applicazione del tributo.
Nessuna rilevanza, ai fini dell’intestazione della fattura, assume il soggetto beneficiario della prestazione né, eventualmente, il soggetto che materialmente effettua il pagamento, qualora diverso dal committente.
Questi, eventualmente, potranno essere citati nel corpo della fattura stessa, per indicare nei confronti di chi la prestazione è stata resa (es. figlio a carico), oppure chi ne ha curato il saldo (es: compagnia assicurativa o altro soggetto che si fa carico della spesa).
Si ricorda che la fattura a soggetto diverso dal cessionario (per i beni) o committente (per i servizi) è fattura soggettivamente inesistente. Se il fine dell’errata intestazione della fattura è consentire il vantaggio fiscale a terzi, allora tale condotta integra gli estremi di reato.
Eccezioni:
Nessuna. La regola è di carattere generale.
Per i figli minori, ma capaci di intendere e di volere la fattura può essere emessa direttamente nei loro confronti se ed in quanto siano loro direttamente a richiedere la prestazione (si pensi, per esempio alla giovane che si reca autonomamente ad una visita ginecologica).
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Filippo Mangiapane
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