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Aspetti generali
In uno scenario normativo-tributario nel quale assume una parte sempre più
importante il contrasto strutturato alle operazioni con l’estero, il
monitoraggio fiscale costituisce un tassello importante per vincolare e
fornire una rappresentazione trasparente dei movimenti finanziari e degli
investimenti all’estero delle persone fisiche. Ciò, sia in un’ottica tributaria
(contrasto all’evasione: il «nero» realizzato in Patria potrebbe trasformarsi
in investimenti oltre confine), sia in una prospettiva antiriciclaggio (evidenza
di capitali di provenienza illecita).
Le disposizioni di riferimento, risalenti al D.L. n. 167/1990, costituiscono un
corollario del processo di liberalizzazione dei movimenti di capitali impostosi
nell’ordinamento sovranazionale comunitario.
Le violazioni all’obbligo di monitoraggio comportano l’applicazione di
sanzioni assai importanti, anche perché è prevista l’eventuale confisca per
equivalente e perché le sanzioni anti-monitoraggio si associano a sanzioni
«dichiarative» rinforzate, rispettivamente per i redditi prodotti all’estero e
per gli investimenti e le attività in Paesi a regime fiscale privilegiato.
Nel presente contributo verrà esaminata in generale la normativa di
riferimento in materia di monitoraggio, con riguardo anche alle precisazioni
fornite dall’Agenzia delle Entrate nelle due videoconferenze
«Telefisco» e «Forum fiscale» del 2011.