Le holding del Regno Unito

di Commercialista Telematico

Pubblicato il 16 febbraio 2011

Il Regno Unito, pur non essendo un paradiso fiscale, presenta alcuni vantaggi fiscali per le holding create da non residenti: vediamo alcune interessanti prospettive. A cura di Lorenzo Rigoni.

salario minimo nel regno unitoIl Regno Unito, pur essendo un Paese ad alta imposizione, offre notevolissimi vantaggi ai gruppi che intendano installarvi una holding, soprattutto grazie alle modifiche allegate alla Finanziaria 1994 che ha previsto l'istituzione di una nuova tipologia societaria, la International Headquarter Company (I.H.C.).

L'ordinamento fiscale in vigore nel Regno Unito concede la possibilità di dedurre interamente le imposte effettivamente pagate all'estero. Pertanto i dividendi ricevuti da una partecipata estera godono della possibilità di ottenere un'imposizione fiscale molto limitata in quanto le imposte a cui sono stati sottoposti gli utili che hanno generato i dividendi distribuiti sono generalmente superiori alle imposte pagabili nel Regno Unito, dove l'aliquota fiscale è del 24% o del 33% a seconda dell'utile imponibile sia inferiore a 300.000 sterline.

Pertanto, nei casi di distribuzione da parte di società residenti in Paesi a fiscalità non privilegiata, le imposte da dedurre saranno superiori alle imposte da pagare nel Regno Unito.

Il risultato sarà una non imponibilità dei dividendi percepiti.

La legge finanziaria del 1994, come già accennato, ha introdotto le I.H.C., per le quali è stata abolita, in presenza di dividendi di fonte estera, la Advance Corporation Tax (A.C.T.), ancora in vigore per le altre tipologie societarie.

L'A.C.T. è il pagamento della tassa sui redditi da versarsi anticipatamente, sull'ammontare distribuito.

In tali casi, dunque, oltre alla non imponibilità dei dividendi ricevuti, sarà possibile distribuire tali dividendi agli azionisti finali senza alcun pagamento A.C.T., cioè senza alcuna imposizione ulteriore.

Per poter godere di tali benefici, dovranno essere osservate le seguenti condizioni:

  • La società deve soddisfare almeno una delle seguenti condizioni:
  • preponderantemente detenuta da una società estera, le cui azioni sono quotate in una qualsiasi borsa estera (con precisa esclusione della borsa inglese);

oppure

  • è completamente detenuta da una altra società, a sua volta detenuta da residenti esteri almeno per l'80% del capitale, ed inoltre non piú del 20% sono di pertinenza di un beneficiario economico residente nel Regno Unito;

oppure almeno l'80% del capitale della I.H.C. è detenuto da

  • persone fisiche o giuridiche non residenti,
  • società detenute almeno per l'80% da residenti esteri,
  • una combinazione dei due punti precedenti, senza eccedere il limite del 20% da parte di beneficiari finali residenti nel Regno Unito.

b. I dividendi ricevuti dovranno estere di provenienza estera, che hanno subito imposizione in misura proporzionale ai redditi conseguiti.

Ulteriori vantaggi legati all'utilizzo di una società capo gruppo residente nel Regno Unito sono:

  1. Assenza di qualsiasi ritenuta alla fonte sulle distribuzioni di dividendi a società non residenti, anche se effettuate verso società paradisi fiscali.
  2. Notevolissima rete di trattati internazionali conclusi;
  3. Adeguatezza delle infrastrutture operanti nel settore dei servizi, soprattutto nel settore bancario e creditizio in genere;

Tra gli aspetti negativi evidenziamo la ritenuta alla fonte del 24% sul pagamento di interessi a soggetti estero residenti.

A tale proposito occorre osservare l'assenza di ritenuta alla fonte nel caso di pagamento di interessi a banche inglesi residenti all'estero o a banche estere con branch nel Regno Unito. Inoltre, la maggior parte dei trattati conclusi dal Regno Unito prevede una ritenuta alla fonte pari a zero (10% nel trattato Italia-Regno Unito).

Un ulteriore aspetto negativo è dato dalla totale imposizione delle plusvalenze realizzate nella cessione della società partecipate. Tale onere può venire mitigato tramite una rivalutazione annuale dei cespiti secondo l'indice annuo di inflazione, e tramite la deduzione degli interessi passivi e della restituzione del capitale di prestito, ottenuto per acquisire la partecipazione.

Da rilevare, anche per le società costituite nel Regno Unito, la possibilità di concludere dei vantaggiosi accordi fiscali preventivi con le Autorità competenti.

16 febbraio 2011

Lorenzo Rigoni