L’abuso del diritto va normato

di Commercialista Telematico

Pubblicato il 3 aprile 2009

in questi giorni su tutte le pagine dei quotidiani economici non si fa che parlare della deriva pro Fisco della Cassazione, tutta tesa a valorizzare l’elusione e a trasformarla in evasione pura...

In questi giorni su tutte le pagine dei quotidiani economici non si fa che parlare della deriva pro Fisco della Cassazione, tutta tesa a valorizzare l’elusione e a trasformarla in evasione pura.

 

I contributi giurisprudenziali di questi ultimi anni condannano – senza attenuanti – i contribuenti.

 

E ciò avviene a distanza di anni, quando magari nel momento storico in cui l’azienda aveva posto in essere l’operazione la Cassazione aveva un diverso orientamento. In pratica, l’azienda subisce una condanna postuma su comportamenti allora ritenuti non elusivi.

 

E allora è giunto il momento che il legislatore faccia un passo avanti e la Cassazione un passo indietro.

 

Il legislatore deve intervenire per fissare le regole – certe – che possano permettere a tutti di conoscere, anticipatamente, il pensiero del Fisco.

 

E’ il Parlamento italiano che deve far emergere la sostanza illecita sulla forma lecita.

 

E il legislatore quando ha voluto lo fatto: si pensi da ultimo alle spese di rappresentanza.

 

Pertanto, occorrerebbe, per esempio, un intervento legislativo sui compensi agli amministratori, fissando delle soglie di deducibilità in rapporto al volume d’affari, eliminando il problema a monte, e facendo venire meno tutta una serie di rettifiche e il contenzioso che ne deriva.

 

In un momento storico difficile sapere in anticipo come la pensa il Fisco non è da poco, in particolare quando il controllo è incentrato sugli aspetti gestionali, economici e finanziari più significativi e rilevanti.

3 Aprile 2009