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Il CONTROLLO SULLA GESTIONE viene effettuato negli Enti Locali attraverso un sistema di indicatori economico-patrimoniali
1. SOMMARIO.
E’ sicuramente utile una struttura idonea allo scopo di effettuare tutti i necessari controlli sulla gestione economico-patrimoniale degli enti locali.
Infatti attraverso la Legge 142/1990 abbiamo constatato l’ introduzione dei principi aziendali a contenuto privato nella gestione degli enti locali e pertanto da allora in poi alla contabilità finanziaria fu affiancata la contabilità economica e patrimoniale con la conseguente possibilità della creazione di tutta una serie di indicatori.
Quest’ultimo strumento che è il particolare tema delle sottostanti esposizioni, deve essere attentamente valutato; non solo è strategicamente rilevante la scelta dei dati al fine della costruzione dei quozienti, ma occorre valutare la loro evoluzione nel tempo, confrontandoli con i medesimi indicatori di altri Enti della stessa dimensione
Le informazioni saranno sempre più probanti se verranno costruite una serie di indicatori che permetteranno di inquadrare la dinamica in atto, evidenziando il rischio di possibili squilibri economici, finanziari e patrimoniali.
- L’UTILIZZO DEGLI INDICATORI ECONOMICO-PATRIMONIALI.
La struttura idonea per effettuare il controllo sulla gestione negli enti locali non può prescindere dall’analisi accurata degli indici patrimoniali, pertanto presentiamo un quadro abbastanza completo relativo alla definizione dell’equilibrio patrimoniale che è una conseguenza della composizione degli investimenti e delle correlate fonti di finanziamento.
Le condizioni relative all’ equilibrio nell’ambito patrimoniale e finanziario della gestione degli enti locali vertono sull’equazione relativa alle obbligazioni a breve termine che devono essere soddisfatte dalla disponibilità e dai crediti aventi la medesima scadenza a breve termine.
Inoltre il capitale investito in immobilizzazioni deve essere finanziato attraverso i mezzi propri oppure mediante fonti di finanziarie a medio-lungo termine.
L’equilibrio finanziario relativo alla gestione corrente viene imposto legislativamente e cioè con l’art.162, 6° comma del T.U.E.L. le previsioni di spesa relative alla parte corrente sommate alle quote di capitale delle rate dei mutui e dei prestiti obbligazionari in scadenza non possono superare le previsioni dei primi tre titoli dell’entrata e non possono ottenere nessuna altra forma di finanziamento.
A seguito di quanto detto sopra non dovrebbero esistere casi di dissesto finanziario di enti locali, purtroppo invece a causa della contrazione di debiti fuori bilancio ed accumulo del deficit di gestione tutto questo può ancora accadere.
Pertanto l’analisi della struttura patrimoniale e finanziaria nelle sue componenti aggregate risulta molto importante, con la notazione che tutti i beni demaniali presenti nel conto del patrimonio dell’ente non potendo essere alienati non possono essere considerati ai fini della valutazione dell’equilibrio patrimoniale e finanziario.
Il conto del patrimonio che è formalizzato dal modello n.20 del D.P.R. N.194/96 espone le classi di valori secondo il criterio della liquidità decrescente, inoltre attraverso la predisposizione del conto del patrimonio secondo la modalità sintetica consentirà l’immediata ricezione delle correlazioni tra le attività e le passività omogenee sulla base dei tempi del loro incasso o rimborso.
Seguendo la riclassificazione del conto del patrimonio secondo il criterio finanziario possiamo determinare gli stessi indici che abbiamo applicato alle imprese.
Applicando al patrimonio l’analisi verticale possiamo rilevare l’incidenza percentuale delle varie classi di attività e di passività sul totale del capitale investito, inoltre esistono alcuni indici che consentono la valutazione del grado di rigidità degli impieghi e di elasticità delle fonti e pertanto avremo queste tipologie di indici:
- attivo corrente/totale attivo; passivo corrente / totale passivo e netto;
- attivo immobilizzato m e l term. / totale attivo; passivo a med e lun / totale passivo e netto.
Mentre l’indice dell’autonomia finanziaria determina in quale misura le attività correnti e fisse sono coperte con il capitale senza il vincolo della restituzione:
pertanto avremo IAF = mezzi propri / totale fonti.
Mentre l’indice di indebitamento rappresenta il grado di copertura delle attività mediante i mezzi di terzi:
II = totale passività / totale fonti.
In sede di analisi orizzontale avremo altre tipologie di indici che permettono la correlazione di determinate classi di attività e di passività allo scopo di monitorare la composizione degli impieghi e delle fonti finanziarie seguendo una linea di equilibrio patrimoniale.
E’ pertanto possibile determinare il margine di struttura MST che evidenzia il grado di copertura delle immobilizzazioni mediante capitale senza vincolo di restituzione.
MST = patrimonio netto / attività immobilizzate.
Inoltre avremo l’indice che evidenzia il margine di struttura allargata ossia il MASA che tiene conto anche del contributo alla copertura delle immobilizzazioni delle fonti rimborsabili a medio/lungo temine.
MASA = patrimonio netto + passivo a m.l.t. / attività immobilizzate.
Annotiamo ancora l’indice che fornisce la capacità di garanzia dell’ente e la propensione a contrarre finanziamenti marginali:
ICG = debito residuo per mutui / patrimonio disponibile.
Ancora avremo l’indice relativo all’indebitamento medio pro-capite e l’indice relativo al patrimonio disponibile pro-capite:
IIMPC = residui debiti mutui / popolazione.
IPDPC = valore beni patrimoniali disponibili / popolazione.
- L’ANALISI GESTIONALE CON ESEMPIO CONCRETO.
Il monitoraggio della gestione può essere verificato attraverso una griglia di indici che consentono il confronto dei risultati definitivi a consuntivo con quelli evidenziati nel bilancio di previsione.
Questi indici consentono l’esame della capacità dell’ente al fine di realizzare entrate e di erogare spese nel conseguimento delle rispettive funzioni istituzionali.
Il valore degli indici sotto evidenziati dovrebbe portarsi attorno all’unità e pertanto più si avvicina a questo risultato e migliore è la capacità di previsione e di gestione amministrativa.
Indici di gestione del bilancio:
Attendibilità delle previsioni iniziali per le entrate: previsioni iniziali / previsioni definitive.
e per le spese.
Grado di realizzazione delle previsioni definitive per le entrate: accertamenti/previsioni definitive.
Grado di realizzazione delle previsioni definitive per le spese: impegni / previsioni definitive.
Grado di realizzo delle entrate ed uscite : riscossioni / accertamenti; pagamenti / impegni.
Grado di formazione dei residui: accertamenti-riscossioni / accertamenti;
“ “ “ : impegni-pagamenti / impegni;
Tasso di smaltimento dei residui : riscossioni in c/residui / residui iniziali;
“ “ “ : pagamenti in c/residui / residui iniziali;
Rapporto tra residui e competenza: residui finali / stanziamenti in c/ competenza.
Il primo indice evidenzia il grado di sovra e sotto stima delle previsioni iniziali.
Il secondo evidenzia la capacità di tradurre le previsioni di entrata ed uscita in accertamenti ed atti di impegno.
Relativamente ai primi due indicatori giova ricordare che la capacità previsiva del servizio abilitato alla redazione del bilancio è accertabile esattamente solo ex post in sede di consuntivo, l’indicatore calcolato in itinere ha solo significato tendenziale. Nel corso dell’esercizio l’ufficio preposto al controllo valutati i forti scostamenti rispetto alle previsione e non recuperabili nel corso dell’esercizio, in particolare per quanto riguarda le entrate, e tali da pregiudicare l’equilibrio finanziario ha l’obbligo di segnalare tale situazione agli organi competenti che dovranno mettere in atto tutte le opportune azioni correttive.
Di seguito vengono descritti a mo’ di esempio alcuni casi emblematici:
Entrate tributarie:
- errata valutazione dell’introito da recupero ICI riguardante anni pregressi. Questa posta dell’entrata è di difficile quantificazione in quanto le variabili in gioco sono numerose e non facilmente ponderabili. In linea di massima si è assistito almeno per i Comuni di piccole e medie dimensioni a discreti introiti nei primi anni di recupero ICI, ed ad incassi tendenzialmente minori negli anni successivi in quanto i contribuenti evasori totali o parziali tendono a regolarizzare spontaneamente la loro posizione negli anni successivi.
Entrate extra tributarie:
- errata valutazione degli introiti riguardante le sanzioni amministrative;
- errata valutazione dei servizi riguardante le mense scolastiche, asilo nido, servizio dell’acquedotto comunale;
Entrate trasferimenti da altri soggetti.
- errata valutazione degli introiti degli oneri di urbanizzazione relativi ai permessi di costruzione.
Il terzo indice dimostra la capacità dell’ente di riscuotere i propri crediti e pagare i relativi debiti, a questo indicatore potremmo sottrarre dal totale delle entrate correnti i trasferimenti dallo stato e da altri enti titolo II, poiché sono variabili indipendenti dalla volontà decisionale dell’ente.
Il modello ministeriale prevede l’indice relativo alla velocità di riscossione delle entrate proprie:
IVREP = riscossioni titolo I+III / accertamenti titolo I+III.
Il quarto indice rappresenta il tasso di formazione dei residui che sono quote di accertamenti e di impegni che non si sono concretizzate in effettive entrate o uscite di cassa, ma sono state rinviate al successivo esercizio per la riscossione oppure il pagamento.
Allo scopo di analizzare le cause che hanno prodotto i residui possiamo istituire il seguente prospetto:
Formazione dei residui attivi.
Entrate accertam. competenza riscoss.competenza formazione di residui % di formaz. residui
……. A B A – B (A-B) / A x 100
Titolo III 1.429.861,00 780.861,00 649.000,00 45,39%
(entrate Extra tributarie)
Categoria 01 1.336.676,00 687.676,00 649.000,00 48,55%
(proventi servizi pubblici)
Risorse 0550 272.000,00 195.000,00 77.000,00 28,30%
(assistenza scolastica,
trasporto,refezione)
Capitoli 438 155.512,00 137.512,00 18.000,00 11,57%
(proventi mensa scolastica)
totale
L’esempio sopra riportato mette in evidenza la percentuale di formazione dei residui attivi riguardante le entrate extra tributarie nel loro complesso (45,39%), all’interno delle quali a cascata i proventi dei servizi pubblici (48,55%) ed in particolare l’assistenza scolastica, trasporto e refezione (28,30%),e per ultimo la percentuale di formazione dei residui attivi dei proventi della mensa scolastica (11,57%).
Giova ricordare che le percentuali sopra riportate e relative ad un Comune di piccola- media dimensione , al fine di una migliore conoscenza del fenomeno, oltre ad avere un significato a se stante, debbono essere confrontate o con le stesse percentuali degli anni precedenti, o comparandole con le medesime percentuali di altri Enti della stessa classe demografica.
Formazione dei residui passivi.
Spese impegni competenza pagamenti competenza formazione residui % di formaz. Residui
…… H M H - M (H-M) / H x 100
titolo I 8.064.721,00 6.676.877,00 1.387.844,00 17,20%
(Spese correnti)
funzione 08 1.120.516,00 1.056.558,00 63.958,00 5,70%
(Viabilità e trasporti)
servizi 02 793.804,00 756.994,00 36.810,00 4,64%
(Illuminaz.pubblica
E servizi connessi)
Intervento 03 170.000,00 133.190,00 26.810,00 20,12%
(prestazione servizi)
capitolo 1014 120.000,00 105.301,00 14.699,00 12,25%
(Consumo ENEL)
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totale
L’esempio sopra riportato mette in evidenza la percentuale di formazione dei residui passivi riguardante le spese correnti nel loro complesso (17,20%), all’interno delle quali a cascata le spese riguardanti la viabilità e trasporti (5,70%),ed in particolare il servizio di illuminazione pubblica e servizi connessi (4,64%),in cui la spesa per energia elettrica ha una percentuale di formazione dei residui passivi pari all’12,25%.
L’indice del tasso di smaltimento dei residui esprime la misura in cui i residui si sono concretizzati in effettive entrate oppure uscite di cassa durante l’esercizio considerato.
Questo indice è utile allo scopo di valutare la capacità dell’ente di riscuotere i propri crediti e di pagare i debiti.
Allo scopo di analisi delle cause relative ai residui evidenziamo il seguente prospetto:
Smaltimento dei residui attivi.
Entrate residui attivi iniziali res.attivi iniz riscossi nell’eser. Smalt.residui % smalt. Residui.
……. A B A – B (A-B) / A x 100
Titolo III 1.266.078,00 732.643,00 533.435,00 42,13%
(entrate Extra tributarie)
Categoria 01 1.096.507,00 684.686,00 411.821,00 37,55%
(proventi servizi pubblici)
Risorse 0550 172.000,00 142.000,00 30.000,00 17,44%
(assistenza scolastica,
trasporto,refezione)
Capitoli 438 32.000,00 24.000,00 8.000,00 25,00%
(proventi mensa scolastica)
totale
Smaltimento dei residui passivi.
Spese residui passivi iniziali res.pass. iniz. Pagati nell’eser. Smalt. Residui % smalt residui
…… H M H - M (H-M) / H x 100
titolo I 2.383.380,00 1.639.511,00 743.869,00 31,21%
(Spese correnti)
funzione 08 158.969,00 108.969,00 50.000,00 31,45%
(Viabilità e trasporti)
servizi 02 11.843,00 11.068,00 775,00 6,5%
(Illuminaz.pubblica
E servizi connessi)
Intervento 03 5.700,00 3.700,00 2.000,00 35,08%
(prestazione servizi)
capitolo 1014 2.538,00 1.772,00 766,00 30,18%
(Consumo ENEL)
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totale
la costruzione di questi indici è particolarmente significativa in quanto consente di individuare eventuali anomalie di valori.
GIUGNO 2006
Roberto Simonazzi