La Centrale Rischi: uno strumento utilissimo per dialogare col sistema bancario

Dopo la fase di Credit Crunch (cioè restrizione del credito) l’accesso ai finanziamenti bancari è diventato più difficile.
Per ricostruire il rapporto col sistema bancario e presentarsi come cliente in grado di sostenere con successo un contratto di finanziamento occorre utilizzare tutti gli strumenti a sua disposizione.
Uno dei più utili è la Centrale Rischi.

centrale rischi banca d italiaIl bilancio d’esercizio (se redatto in maniera chiara, veritiera e corretta) ha una valenza insostituibile per capire la situazione economica e finanziaria di un’impresa, soprattutto se il bilancio contiene quello strumento utilissimo che è il rendiconto finanziario.

Tuttavia, se si desidera avere un quadro completo della situazione finanziaria, non si può pensare di tralasciare un altro report fondamentale: la Centrale Rischi della Banca d’Italia.

È innegabile che i bilanci di esercizio presentino degli oggettivi limiti informativi; al loro confronto, la Centrale Rischi ha delle peculiarità che la rendono complementare e in certi casi addirittura preferibile al bilancio.

Proviamo a vedere quali sono le differenze tra bilancio e Centrale dei Rischi.

1) Maggiore oggettività e attendibilità

A differenza del bilancio, redatto dall’impresa, la Centrale Rischi è un documento compilato in base alle informazioni trasmesse periodicamente da tutti gli istituti di credito a Banca d’Italia (che hanno rapporti con il correntista per un importo superiore a € 30.000); ciò conferisce una caratteristica di assoluta oggettività e attendibilità per le informazioni contenute (salvo gli inevitabili errori di segnalazione da parte delle Banche).

2) Disponibilità mensile

Mentre il bilancio è disponibile una volta all’anno e non prima di 3-4 mesi dal termine dell’esercizio, la Centrale Rischi è disponibile mensilmente e riporta l’intera situazione bancaria dettagliata per rapporti e istituti.

3) Riservatezza

Il bilancio è pubblico e le banche lo possono visionare una volta depositato, la Centrale Rischi è invece strettamente riservata: solo il titolare la può richiedere e nemmeno le banche (che ne forniscono i dati) possono visionarne i dettagli; ogni istituto vede solo la propria posizione e il totale delle altre posizioni; il correntista può esaminare il dettaglio per banca, rapporto e periodo,

4) Leasing classificati secondo criteri finanziari

In Centrale dei Rischi è possibile trovare i leasing classificati secondo criteri finanziari e non secondo il metodo patrimoniale ancora previsto dai principi contabili ed usato ancora fin troppo spesso dagli operatori.

 

5) Informazioni più trasparenti

La Centrale Rischi consente di controllare la correttezza dei saldi afferenti le banche (c/c, portafoglio…), che in bilancio sono spesso oggetto di compensazioni e sommatorie (a discapito della chiarezza), di verificare i debiti finanziari entro e oltre l’esercizio e la corretta indicazione in nota integrativa del mark to market per i contratti derivati.

 

6) Semplicità e gratuità

La redazione del bilancio richiede costi impliciti ed espliciti ben superiori a quelli necessari per una Centrale dei Rischi, la richiesta è gratuita ed avviene con una semplice PEC.

 

7) Incisività sulla richiesta di finanziamenti

Mentre l’analisi di bilancio per una PMI (per le ragioni sopra esposte) pesa per un 20-30%, l’andamentale (di cui la Centrale Rischi è il rapporto) incide il 70-80% sulla possibilità di ottenere finanziamenti o mantenere quelli in essere.

Perché la Centrale dei Rischi viene “trascurata”?

E allora perché le imprese e i loro professionisti spesso tralasciano questa opportunità?

Leggendo le statistiche sulle richieste pervenute alla filiale di Banca d’Italia di Milano ci si rende conto della ancora scarsa diffusione dello strumento Centrale Rischi.

Sistema aziendalistico “redditocentrico”

Le ragioni sono molteplici, la prima è sicuramente culturale: il sistema aziendalistico italiano è da sempre redditocentrico con sporadiche concessioni all’aspetto patrimoniale e finanziario.

Pertanto al debito verso le banche si guarda solo in maniera passiva: si controlla la situazione solo in presenza di crisi, di stretta finanziaria o soltanto in occasione del rinnovo di fidi o di richiesta di nuova finanza.

Si dimentica però che il buon rapporto tra banche e impresa va coltivato giornalmente, in quanto sarà dal comportamento nel tempo e non solo dalla situazione attuale, che la banca propenderà o meno per la concessione di un credito; visionare periodicamente la propria centrale rischi è un primo passo verso questa “buona educazione finanziaria”.

 

“Novità” della Centrale Rischi

La seconda è legata alla storia della Centrale Rischi che, rispetto al bilancio, è relativamente recente e non ha ancora consentito a tutti di conoscere e familiarizzare con lo strumento.

La Centrale Rischi ha tutto il diritto di conquistare un posto di primo piano tra i documenti a disposizione del management per giudicare l’andamento della gestione insieme ai bilanci periodici, ai budget, alle analisi di fatturato…

 

Difficoltà di interpretazione

La terza deriva dalla difficoltà di lettura: fino al 2010 la Centrale Rischi era esclusivamente numerica sia per quanto concerneva gli importi che per le descrizioni, che per gli stati dei diversi rapporti, il che la rendeva uno strumento utilizzabile solo da addetti ai lavori e faceva passare rapidamente la voglia di compiere qualsiasi approfondimento.

A partire dal dicembre 2010 anche al fine di aumentarne la diffusione, la Centrale Rischi ha assunto una forma user friendly che permette una lettura molto più agevole.

Oggi, inoltre, è possibile usufruire del servizio di analisi ed interpretazione completa della Centrale Rischi.

 

 

Ma cosa contiene una visura della centrale rischi di Banca d’Italia (CR)?

La Centrale Rischi è il dettaglio organizzato per mese, per banca e per tipologia di finanziamento degli importi concessi per cassa o di firma (accordato e accordato garantito) e di quelli utilizzati al termine di ogni mese (utilizzato) e nel mese (utilizzo medio), corredando ogni linea con lo stato del rapporto e con le eventuali garanzie ricevute.

 

Dalla Centrale Rischi si possono ricavare quindi agilmente:

  • le segnalazioni di incaglio e sofferenza,
  • le messe a rientro,
  • gli sconfini (ogni qualvolta l’utilizzato supera l’accordato),
  • gli stati anomali (rate non pagate da più di 90-180 giorni, rapporti contestati, etc…),
  • le garanzie in mano agli istituti di credito.

Combinando poi i dati tra di loro si ricavano preziose informazioni in merito:

  • all’andamento della tensione finanziaria (Utilizzato/Accordato),
  • alla duration (Debiti a breve/Debiti totali),
  • all’adeguatezza della struttura finanziaria (Debiti/Fatturato),
  • all’incidenza degli insoluti sulle variazione dell’indebitamento.

 

Con rappresentazioni grafiche e formattazioni condizionali usate in maniera corretta si riesce quindi in pochi passaggi ad ottenere una fotografia esaustiva della situazione finanziaria aggiornata e un racconto dettagliato del comportamento del correntista negli ultimi 36 mesi.

 

A chi può essere utile la Centrale dei Rischi?

La platea di potenziali lettori della Centrale dei Rischi è veramente ampia e comprende soggetti di diversa natura; per ciascuno di essi la CR assume una valenza diversa.

  • Gli imprenditori potrebbero comprendere meglio i propri conti rimuovendo, attraverso un dialogo con la banca, le cause ostative all’allargamento o mantenimento del credito e accorgersi tempestivamente di errate segnalazioni che, se non ravvisate, rischiano di dare alle altre banche informazioni sbagliate;
  • I professionisti della finanza potrebbero ricavarne facilmente un’opportunità di business per incrementare la gamma dei servizi offerti o semplicemente effettuare una pre-verifica della bancabilità per aumentare le probabilità di successo nell’ottenimento del credito.
  • I chiamati all’eredità potrebbero rinvenire eventuale garanzie concesse dal de cuius e valutare le proprie opinioni sull’accettazione dell’eredità.
  • I membri (specie se non operativi) di consigli di amministrazione dovrebbero richiederla periodicamente e almeno in occasione del bilancio annuale innanzi tutto e per verificare le garanzie a loro carico e per non incorrere nei rischi di essere accusati di non aver fatto nulla per prevenire la crisi e per non aver tentato di arginarla.
  • I revisori e i sindaci chiamati ad esprimere un giudizio sull’affidabilità finanziaria dell’impresa, sui rischi e sulla continuità aziendale troverebbero nella Centrale Rischi informazioni preziose sulla correttezza della rappresentazione dei saldi contabili e sulla diligenza nella gestione da parte degli amministratori e su eventuali segnali di crisi prima che diventi insostenibile e li coinvolga con responsabilità professionali e personali.
  • La centrale rischi può svolgere un ruolo importante anche in occasione di crisi aziendale in via di risoluzione (piani asseverati e concordati in continuità) o sfociata in procedure concorsuali (concordato liquidatorio e fallimento); gli advisor e gli asseveratori potrebbero arricchire le loro analisi con un documento che dimostri in maniera imparziale la reale dinamica dell’indebitamento negli ultimi 36 mesi, mentre commissari e curatori potrebbero trarne spunto per un giudizio su eventuali profili di responsabilità nella crisi di impresa della banca e dell’imprenditore.

Il modo migliore per avvicinarsi allo strumento è richiederla gratuitamente: la Centrale Rischi può essere richiesta solo da parte dell’intestatario del conto o suo rappresentante legale (i moduli sono disponibili sul sito di Banca d’Italia).

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21 novembre 2016

Alessandro Mattavelli

 

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