L'impresa familiare paga l'IRAP?

la Cassazione ha confermato che il titolare di un’impresa familiare è assoggettato ad IRAP, in quanto l’impresa familiare prevede in sè l’autonoma organizzazione

Questo articolo fa parte della nostra circolare settimanale

recesso-immagineCon una recente sentenza, precisamente la n. 12616 del 17 giugno sorso, la Cassazione (confermando l’univoco orientamento espresso dei giudici di merito) ha ribadito che il titolare di un’impresa familiare è assoggettato ad IRAP.

In pratica gli ermellini hanno sostenuto che:

  1. l’esistenza di un’impresa familiare è condizione sufficiente per l’assoggettamento all’IRAP della medesima, in quanto trattasi di un’imposta afferente l’impresa e non anche il reddito, ovvero il patrimonio;

  2. il soggetto passivo dell’IRAP è il solo titolare;

  3. non sono assoggettati all’Imposta Regionale sulle Attività Produttive i collaboratori.

Sul tema la Suprema Corte ha ritenuto che l’esistenza di un’attività autonomamente organizzata è insita nell’impresa familiare in quanto composta da soggetti che collaborano per realizzare un valore aggiunto che non potrebbe essere raggiunto con il solo apporto lavorativo del titolare.

In altre parole nell’ambito di un’impresa familiare l’esistenza di un’attività autonomamente organizzata è confermata dalla presenza anche di un solo collaboratore che presta la propria attività lavorativa con continuità e prevalenza; ciò a prescindere dalla consistenza, sia in termini numerici che quantitativi, dei beni strumentali utilizzati per l’esercizio dell’attività.

Ovviamente, unico soggetto passivo d’imposta è il titolare dell’impresa familiare poiché è la sua azienda a produrre il reddito dal quale viene desunta la base imponibile IRAP; sono pertanto da ritenersi esclusi da tale computo i collaboratori.

Ed invero la precisazione degli ermellini può apparire per alcuni versi ridondante se si considera che, essendo l’impresa familiare considerata alla stregua di un’impresa individuale, la stessa non potrebbe essere altro che assoggettata all’imposta regionale in quanto compresa fra i soggetti passivi dell’imposta.

Pertanto, partendo dall’assunto che l’IRAP incide sul valore della produzione netta dell’impresa e non sul reddito, la quota di utili imputati ai familiari non riduce la base imponibile IRAP, visto che non rileva ai fini della sua determinazione.

In conclusione, considerato:

  1. che ai fini dell’assoggettamento IRAP del valore della produzione netta conseguita da un’impresa familiare, è sufficiente la collaborazione di un solo partecipante alla medesima;

  2. l’orientamento della Cassazione secondo cui il presupposto dell’applicazione dell’IRAP è l’impiego in modo non occasionale, da parte dell’imprenditore, di lavoro altrui che superi la soglia dell’impiego di un collaboratore con funzioni di segreteria o meramente esecutive (cfr. sentenza n. 9451 del 10.05.2016);

è possibile asserire che, per la suprema Corte, il contributo fornito dai collaboratori dell’impresa familiare, anche in caso di svolgimento di mansioni meramente esecutive, ha un valore aggiunto che qualsiasi altro collaboratore dell’imprenditore (in particolare, il lavoratore subordinato) non è in grado di fornire.

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18 luglio 2016

Gianfranco Costa