Il nuovo rendiconto finanziario in bilancio, la novità dei bilanci al 31/12/2014

con i bilanci al 31/12/2014 fa il suo esordio il nuovo rendiconto finaziario previsto dall’OIC 10: ecco le principali informazioni che devono essere trasmesse attraverso tale documento

 

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Il Principio contabile OIC 10, emanato nell’agosto 2014 ed applicabile insieme ad altri1 rinnovati principi ai bilanci chiusi a partire dal 31/12/2014, raccomanda l’inclusione del Rendiconto finanziario in nota integrativa per tutte le tipologie societarie.

 

Nonostante il Codice Civile non preveda espressamente la redazione del Rendiconto finanziario come schema di bilancio obbligatorio, la sua redazione è quanto meno opportuna quale declinazione dei postulati del bilancio indicati nell’art. 2423 del Codice civile, il quale prevede che “il bilancio d’esercizio deve essere redatto con chiarezza e deve rappresentare in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria della società e il risultato economico d’esercizio”. Con l’inserimento in Nota integrativa del rendiconto finanziario viene dunque colmata la lacuna riguardante la rappresentazione della situazione finanziaria.

Al Rendiconto finanziario viene dunque oggi attribuita una maggiore e rinnovata importanza, tanto che l’Organismo Italiano di Contabilità ha inteso sostituire con un apposito principio contabile – l’OIC 10, appunto – le indicazioni precedentemente previste nell’OIC 12 (“Composizione e schemi del bilancio d’esercizio di imprese mercantili, industriali e di servizi”) che definivano la mancanza di tale prospetto una violazione del principio di rappresentazione veritiera e corretta solamente per le imprese di maggiori dimensioni.

 

Al Rendiconto finanziario è attribuita la funzione di fornire al lettore informazioni circa la situazione finanziaria della società (e del gruppo, nel caso di Rendiconto finanziario consolidato), nonché – utilizzato insieme alle altre parti del bilancio – di consentire la valutazione della struttura finanziaria, della liquidità della società e della capacità di generare flussi di cassa sia sotto l’aspetto quantitativo che qualitativo. Non va inoltre sottaciuto l’importante contributo dato dall’analisi per flussi sia agli strumenti di diagnosi del bilancio che a quelli prospettici (business plan).

Le informazioni ricavabili dal Rendiconto finanziario hanno altresì il pregio di essere scevre di questioni valutative – cosa che non si può certo dire delle voci degli schemi di Stato patrimoniale e di Conto economico -, sì da consentire comparazioni fra più esercizi o con altre società.

Va dunque senz’altro rilevato il miglioramento della portata informativa del bilancio di esercizio che contenga al suo interno il Rendiconto finanziario.

 

Addentrandoci un poco nel contenuto dell’OIC 10, va rilevato come vi siano delle sostanziali innovazioni rispetto al passato, ponendo l’ambito d’indagine sugli andamenti relativi alle movimentazioni di disponibilità liquide (depositi bancari e postali, assegni, denaro e valori in cassa), abbandonando l’indagine sul CCN2 (prevista dal “vecchio” OIC 12).

Lo schema di Rendiconto finanziario proposto dall’OIC 10 ha la forma “a scalare” ed è suddiviso per aree gestionali: gestione reddituale (alimentata dalla c.d. gestione caratteristica dell’impresa); attività di investimento (alimentata dai flussi derivanti dall’acquisto e vendita di immobilizzazioni e di attività finanziarie non immobilizzate); attività di finanziamento (flussi causati da ottenimento o restituzione di capitale di rischio e di credito).

Il flusso derivante dalla gestione reddituale può essere costruito secondo due metodi: il metodo diretto ed il metodo indiretto. Con il metodo diretto vengono presentati i flussi derivanti dalle entrate e dalle uscite monetarie, mentre con il metodo indiretto si parte dal risultato d’esercizio che va rettificato per tenere conto delle poste non monetarie (ammortamenti, accantonamenti, ecc.), operazioni ricomprese nelle aree di finanziamento ed investimento (plusvalenze e minusvalenze); variazioni di CCN connesse a costi e ricavi della gestione reddituale (variazioni rimanenze, variazioni di crediti e debiti verso clienti e fornitori, variazioni di ratei e risconti).

Il Rendiconto finanziario (così strutturato) ha il pregio di segnalare il contributo dato dalla gestione reddituale alla creazione (o al drenaggio) di disponibilità liquide. Va infatti sottolineato che la gestione reddituale – che costituisce la fonte finanziaria più stabile e ripetitive nel tempo, quindi il “motore” dell’impresa – costituisce il punto di riferimento anche per la programmazione finanziaria.

 

Senza pretesa di esaustività, vengono di seguito indicate le fasi necessarie alla costruzione del Rendiconto finanziario. Innanzi tutto occorre effettuare la riclassificazione dello Stato patrimoniale di due anni consecutivi secondo il metodo finanziario3 e successivamente occorre procedere con la determinazione delle “variazioni grezze” date dalla differenza tra i saldi delle singole poste di attivo e passivo.

Fatto ciò, occorre provvedere alla determinazione delle rettifiche delle variazioni grezze al fine di espungere gli effetti di operazioni che non hanno generato corrispondenti variazioni del flusso finanziario (alcuni esempi sono di rettifiche sono: la rivalutazione e la svalutazione di cespiti, accantonamenti ed utilizzi fondo TFR, accantonamento dell’utile d’esercizio, aumenti di capitale sociale in natura) e ripristinare i flussi finanziari lordi per non incorrere nella vietata compensazione dei flussi (ad esempio nel caso in cui nel medesimo esercizio vi sia l’accensione di un nuovo mutuo e l’estinzione di un altro, le rettifiche devono essere volte ad indicare l’intero importo del nuovo mutuo quale entrata e l’estinzione del vecchio fra le uscite).

Solo a questo punto si addiverrà alla determinazione delle variazioni effettive di impieghi e fonti.

 

Il passaggio successivo – e conclusivo – riguarda l’interpretazione dei risultati ottenuti. Di per sé, infatti, la variazione complessiva delle disponibilità liquida presenta una modesta utilità informativa. Come precedentemente accennato è particolarmente interessante l’apporto della gestione reddituale, la quale deve essere di valore adeguato a far fronte agli impegni.

Per quanto concerne l’area dell’attività di investimento è molto importante comprendere (con l’aiuto di quanto riportato nell’apposita sezione della nota integrativa) le scelte sottostanti alle politiche di investimento/disinvestimento (rinnovo macchinari obsoleti, abbandono di linee di produzione, ecc.).

Infine, la gestione finanziaria è il risultato delle scelte effettuate dai terzi o dai soci (ricapitalizzazione, richiesta di finanziamenti, ecc.); infatti, tali scelte devono essere coerenti con le attività reddituale e di investimento avendo un diretto effetto sugli indicatori che restituiscono il livello di solidità aziendale e di dipendenza da terzi. Va da sé che l’incremento di mezzi propri è solitamente interpretato positivamente dai soggetti esterni che leggono il bilancio (creditori, istituti finanziari, ecc.) poiché si ripercuotono positivamente sia sul sostenimento delle strategie di crescita aziendale che sull’affidamento che gli operatori economici riconoscono all’impresa.

 

La costruzione pratica di un Rendiconto finanziario può essere, nel caso di situazioni contabili caratterizzate da molti conti movimentati, un’operazione piuttosto complessa; sicuramente un valido ausilio è rappresentato da un software che sia in grado di acquisire i dati dalla contabilità generale e di rielaborarli allo scopo. Generalmente, i software votati all’analisi di bilancio consentono – a costo contenuto e con pochi e semplici passaggi – di costruire un rendiconto finanziario affidabile. Fra i tanti in commercio si segnala il software ANALISI DI BILANCIO E RATING BASILEA distribuito dal Commercialista Telematico, valido aiuto per l’elaborazione del rendiconto finanziario e di tutti quegli indici da inserire nella relazione sulla gestione.

 

11 marzo 2015

Lorenzo Bartolini

 

1 Si tratta dei Principi contabili: OIC 9 Svalutazioni per perdite durevoli di valore delle immobilizzazioni materiali e immateriali; OIC 12 Composizione e schemi del bilancio d’esercizio; OIC 13 Rimanenze; OIC 14 Disponibilità liquide; OIC 16 Immobilizzazioni materiali; OIC 17 Bilancio consolidato e metodo del patrimonio netto; OIC 18 Ratei e risconti; OIC 19 Debiti; OIC 22 Conti d’ordine; OIC 23 Lavori in corso su ordinazione; OIC 25 Imposte sul reddito; OIC 26 Operazioni, attività e passività in valuta estera; OIC 28 Patrimonio netto; OIC 29 Cambiamenti di principi contabili, cambiamenti di stime contabili, correzione di errori, eventi e operazioni straordinarie, fatti intervenuti dopo la chiusura dell’esercizio; OIC 31 Fondi per rischi e oneri e Trattamento di Fine Rapporto. Vedasi www.fondazioneoic.eu.

2 Anche se, a ben vedere, le variazioni del CCN non sono state del tutto abbandonate poiché il “Flusso finanziario dopo le variazioni del ccn” è un risultato parziale della flusso finanziario della gestione reddituale.

3 Tale riclassificazione implica la suddivisione delle attività secondo il grado di liquidità (periodo di tempo entro il quale verranno liquidate) e la suddivisione delle passività in funzione del grado di esigibilità (periodo di tempo entro il quale saranno estinte). Il limite temporale assunto convenzionalmente è di dodici mesi.