Il decreto Milleproroghe riapre per il 2015 il regime dei minimi

con la pubblicazione del Decreto Milleproroghe si riapre (fino al 31 dicembre) la possibilità di aprire nuove partite IVA usufruendo del vecchio regime dei minimi, che prevedeva l’aliquota d’imposta fissa al 5%

Il Decreto Milleproroghe (d.l. n. 192/2014), dopo aver incassato anche la fiducia del Senato, è oramai divenuto legge e la durata del regime dei minimi è stata prorogata di un anno. Per ciò che riguarda l’anno 2015 si verifica una perfetta sovrapposizione temporale tra il precedente regime e quello nuovo forfetario introdotto dalla legge di stabilità del 2015 (L. n. 190/2014).

A seguito della modifica normativa (della proroga) i contribuenti che hanno iniziato un’attività nell’anno 2015 possono scegliere, in presenza dei presupposti di legge, il vecchio regime o il nuovo regime di tipo forfetario, ma in alcuni casi la scelta è più limitata.

In realtà possono verificarsi diverse fattispecie. Un’ipotesi riguarda coloro che, secondo le disposizioni previgenti, cioè anteriormente all’approvazione dell’ultimo decreto, sarebbero stati estromessi anche dal nuovo regime forfetario. Pertanto, ove non fosse intervenuta l’ultima modifica normativa tali soggetti non avrebbero potuto beneficiare di nessuno dei regimi fiscali agevolati relativi ai soggetti di minori dimensioni.

Ad esempio il caso in esame riguarda i pensionati che intendono iniziare un’attività autonoma nell’anno 2015. E’ possibile accedere al nuovo regime forfetario anche per i lavoratori dipendenti a condizione che il reddito di lavoro dipendente (o assimilato) non sia superiore al reddito di lavoro autonomo o di impresa.

Ai fini fiscali le pensioni sono considerate ad ogni effetto redditi di lavoro dipendente. Pertanto un pensionato che inizia un’attività nel 2015 non potrà quasi mai accedere al nuovo regime forfetario. Ora, a seguito della proroga di un anno del regime dei minimi, anche i predetti soggetti potranno fruire di tale regime semplificato, diversamente, come ricordato, sarebbero stati estromessi dal nuovo regime forfetario.

Questi soggetti, una volta entrati nel “vecchio” regime dei minimi, potranno comunque beneficiarne per cinque anni o, in ogni caso, fino al compimento del trentacinquesimo anno di età (se non pensionati). In ogni caso è probabile che il quadro normativo di riferimento sia destinato a mutare ancora. E’ probabile che il regime dei minimi sia abrogato definitivamente con decorrenza dal 1 gennaio 2016. Tuttavia, i soggetti che già ne fruiscono nell’anno 2015 potranno comunque beneficiarne fino all’esaurimento degli effetti. Il Governo si è impegnato, parallelamente, a modificare anche il nuovo regime forfetario. Una delle critiche più ricorrenti ha riguardato non solo l’incremento dell’imposizione con l’applicazione di un’imposta sostitutiva del 15 anziché del 5 per cento, ma le condizioni più stringenti per potervi accedere.

Una di queste condizioni, come ricordato, rende praticamente impossibile (o quasi) l’accesso al nuovo regime per i lavoratori dipendenti o i collaboratori, cioè i titolari di redditi assimilati al lavoro dipendente. Inoltre la legge di stabilità ha differenziato i limiti di ricavi o di compensi per poter accedere al nuovo regime semplificato. Gli esercenti arti e professioni hanno subito un dimezzamento del limite essendo possibile beneficiare del regime forfetario esclusivamente per i soggetti i cui compensi non abbiano superato l’importo annuale di 15.000 euro.

E’ dunque allo studio un innalzamento dei predetti limiti, ma l’impressione è, in linea generale, che il legislatore intenda comunque limitare rispetto al passato il numero dei soggetti in grado di beneficiare dei regimi semplificati che prevedono una tassazione di tipo forfetario.

3 marzo 2015

Nicola Forte